L'aereo dove inizierà il tuo viaggio a Cuba sarà come una macchina del tempo. Dalle colorate facciate coloniali dell'Avana Vieja alle berline anni Settanta made in USA, più coccolate della Rolls del Re d'Inghilterra, inoltre si respira aria vintage nella più grande delle isole caraibiche. Un tocco retrò che aggiunge all'esotismo di questo Paese come nessun altro, questa terra di streghe la cui bellezza, i sigari, i cocktail e i balli ammaliano i suoi ospiti di lunga data ancor più di un filtro d'amore.
Nella terra di Fidel Castro, il Nuovo Mondo è un po' invecchiato. Viaggiare a Cuba significa scoprire un'America che non esiste più: stiamo descrivendo l'America delle colonie, nata cinque secoli fa con l'arrivo di un certo Cristoforo Colombo sulle coste dei Caraibi. L'isola porta ancora le cicatrici della dominazione spagnola. Questa storia è visibile nelle strade delle sue principali città, dall'Avana a Trinidad e Santiago. Tutte hanno conservato alcune delle loro splendide facciate, esotiche e secolari, ornate e colorate, barocche o moresche.
Visitare Cuba è quasi paragonabile al profumo dell'America del dopoguerra. Quello delle enormi berline made in USA che, mille volte rattoppate, che percorrono lo stesso asfalto da 70 anni. Quello della bo-deguita Del Medio o El Floridita, leggendari bar segnati dal fantasma di Hemingway, grande amante di daiquiri e mojito. Poi c'è la Revolución di Castro e Che Guevara, la cui "bella faccia" abbellisce ancora alcuni muri dell'Avana.
Quindi, un soggiorno a Cuba permette di dare un'occhiata all'America di un tempo. Un paradiso tropicale che è metà tra angelo e demone. È indolente, con palme piantate lungo baie di acqua turchese, e altrettanto rigoglioso nel Parco della Sierra Maestra, dove gli escursionisti possono godere di un assaggio di natura ancora selvaggia. È calda, con il fumo pungente di un sigaro Cohiba o di un bicchiere di rum ambrato. Ti incanterà con la salsa, la musica caliente che fa ancora ballare il mondo e solleva le gonne delle fiere donne cubane.